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Pannolini usa e getta o lavabili? Fra letteratura e buon senso …

27 settembre 2011 Tag:, , , , , , Blog
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diapers-picturePubblichiamo il testo di un articolo scientifico a firma di quattro medici pediatri italiani sul tema pannolini lavabili, apparso sul numero 6 (Giugno 2011; pagg. 374-378) della rivista “Medico e Bambino“.
VINCENZA BRISCIOLI1, FEDERICO MAROLLA2, ANNAMARIA MOSCHETTI3, ELENA UGA4
1ACP Lombardia, 2ACP Lazio, 3ACP Puglia e Basilicata, 4ACP Ovest
Gruppo ACP “Pediatri per un Mondo Possibile”

indirizzo per corrispondenza: elena.uga990@gmail.com

Un esercito di pannolini ci seppellirà. Non è uno scherzo; ogni bambino “produce” circa 5 tonnellate di pannoliniusa e getta; e questi pannolini costituiscono il 20% circa dell’intero pool delle spazzature. Fortuna che il saldo della natalità è in negativo!

I panni lavabili di stoffa che, nel mondo occidentale, erano di uso comune fino al 1960 circa, sono stati progressivamente sostituiti negli anni dai panni usa e getta (disposable diaper, DD). Si calcola che negli USA, dal 1989 a oggi, siano stati usati 18 miliardi di DD al l’anno e che ogni anno circa 24 miliardi di DD vengano usati da quasi 16 milioni di bambini in Europa occidentale. I DD nel tempo sono stati preferiti dalle famiglie per la loro indubbia comodità d’uso (cambio più rapido e non necessità di lavaggio) e per il sempre crescente miglioramento della loro qualità in termini di assorbenza. Nel 1980 circa, infatti, comparvero sul mercato pannolini forniti al loro interno di polimeri superassorbenti.

Successivamente la qualità del prodotto è stata ulteriormente migliorata con l’aggiunta di una membrana interna sintetica in polipropilene che costituisce un film impermeabile all’acqua, ma permeabile al vapore. Infine, sono comparsi in commercio pannolini addizionati sulla superficie interna di ossido di zinco come supporto ulteriore per la prevenzione e/o cura dell’eritema da pannolino. A tale proposito non vi sono evidenze in letteratura che supportino l’applicazione quotidiana di ossido di zinco per la prevenzione delle dermatiti, mentre rimangono delle perplessità sulla innocuità di una pratica che preveda il continuo contatto di prodotti chimici con la pelle del bambino in condizione di occlusione.

In seguito a questi interventi migliorativi i DD sono stati pubblicizzati come prodotti pratici e affidabili nella prevenzione dell’eritema e della dermatite da pannolino, queste ultime notoriamente provocate dall’effetto di riduzione delle difese della pelle conseguente alla macerazione per l’esposizione prolungata alle urine, agli enzimi fecali e alla successiva colonizzazione da Candida.
A fronte di questi progressi l’enorme quantitativo di DD immessi nell’ambiente ha sollevato seri dubbi riguardo alla compatibilità ambientale degli stessi e ai danni che ne possono derivare per l’ambiente e dunque per la salute collettiva delle presenti e future generazioni.

Le ragioni di questa perplessità si fondano su alcuni punti:
• L’elevata persistenza nell’ambiente dei DD che necessitano di circa 450 anni per essere biodegradati qualora dismessi nelle discariche come rifiuto tal quale e il rischio, legato alla dismissione in discarica, del successivo possibile inquinamento di falde acquifere e suolo.
• L’immissione in ambiente, qualora inceneriti, di diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e altri inquinanti estremamente persistenti e dannosi per la salute.
• Lo spreco di materie prime come acqua e cellulosa per fabbricarli e per imballarli e il consumo energetico necessario per produrli e per trasportarli.
In seguito a questa consapevolezza, recentemente si è assistito al ritorno della produzione e dell’uso di pannolini di stoffa, di moderna concezione, del tutto simili agli “usa e getta” ma che si lavano in lavatrice.
A fronte di queste considerazioni il pediatra può valorizzare il suo ruolo attraverso la relazione di fiducia che ha instaurato con le famiglie per introdurre una seria riflessione sull’uso dei DD, nel contesto di un’azione continua di sensibilizzazione delle famiglie ai temi ambientali e può promuovere, per quanto possibile, l’uso dei pannolini lavabili. È tuttavia necessario essere consapevoli delle difficoltà: ovvero scalfire usanze consolidate e controinformare. Vi sono infatti messaggi pubblicitari quotidiani pervasivi che invadono la vita delle famiglie e sono sostenuti da forti interessi economici.
Qui di seguito vengono riportati gli spunti di riflessione intorno ai quali è possibile articolare la nostra discussione con i genitori.

I pannolini lavabili sono sicuri quanto i DD rispetto alla prevenzione della dermatite da pannolino?

Negli anni è stata prodotta letteratura scientifica per valutare l’efficacia nella prevenzione della dermatite da pannolino, concludendo per una supposta maggiore efficacia dei DD rispetto ai lavabili. Tuttavia, la maggior parte di questi articoli scientifici soffre di un evidente conflitto di interessi, essendo stata prodotta da professionisti pagati dalle multinazionali del settore (Procter & Gamble Corporation e Kimberly Clark Corporation, produttrici rispettivamente dei Pampers e degli Huggies). Una recente revisione indipendente della Cochrane conclude che al momento non vi è alcuna dimostrazione che il DD sia più efficace del pannolino di stoffa nel prevenire la dermatite da pannolino. Alla luce di questo si deve concludere che, qualunque sia la scelta che la famiglia faccia, l’intervento preventivo utile ed efficace in ogni caso è la pulizia della pelle tempestiva mediante frequenti cambi di pannolino.

I pannolini lavabili potrebbero anticipare l’acquisizione del controllo degli sfinteri?

Se da una parte diversi studi hanno riportato che negli ultimi 20-30 anni i bambini hanno ritardato il controllo degli sfinteri, in media di 6-12 mesi, passando da una media di 18-24 mesi a 30-36 mesi di età, altri studi hanno messo in associazione il ritardo del controllo degli sfinteri con disturbi urinari persistenti come l’incontinenza urinaria, l’enuresi, le infezioni ricorrenti delle vie urinarie, la stipsi.
Poiché il controllo sfinteriale dipende fondamentalmente da due processi: la proposta educativa da parte dei genitori e il riconoscimento da parte del bambino sano dei segnali che giungono dal proprio corpo, è possibile che, oltre al temperamento del bambino, diversi fattori siano chiamati in causa a spiegare tale fenomeno, tra cui quelli culturali e la disponibilità all’uso di pannolini usa e getta. È stato ipotizzato che proprio uno dei vantaggi che ha portato alla rivoluzione degli usa e getta, cioè la superassorbenza dovuta all’acido poliacrilico (che è in grado di assorbire una grande quantità di urine molto superiore al suo peso), determini nel bambino la mancata sensazione di bagnato, ma non ci sono prove disponibili. L’unico studio che ha confrontato i pannolini usa e getta con quelli lavabili per quanto riguarda il controllo degli sfinteri risale al 1987, prima dei pannolini superassorbenti, e non ha trovato differenze significative. È opinione di diversi Autori che la comodità dei pannolini usa e getta possa influire sul ritardo dell’acquisizione del controllo degli sfinteri e che l’eccessiva “attesa educativa” da parte dei genitori sia causa di un esagerato uso di pannolini con chiare ripercussioni sull’ambiente.

I pannolini monouso contengono sostanze chimiche potenzialmente nocive per il bambino?

I pannolini usa e getta sono prodotti industriali “complessi“, che usano materiali sintetici, contengono e possono rilasciare composti chimici, con cui il bambino può entrare in contatto sia per via cutanea che per via inalatoria. Un lavoro su topi in laboratorio ha infatti dimostrato il rilascio in atmosfera di composti tossici da parte dei DD tale da interferire sui parametri respiratori (la frequenza respiratoria, il volume di Tidal e il FEV 50%). Un’indagine di Greenpeace ha individuato in alcuni pannolini usa e getta la presenza in tracce di TBT (stagno tributile), battericida e fungicida molto potente usato nelle vernici antivegetative per le barche e anche come conservante nei tessuti; questa sostanza negli animali interferisce col sistema immunitario e riproduttivo. Anche se non esistono studi sugli effetti sulla salute nei bambini esposti ai composti di stagno e allo stagno, è ragionevole presumere che i bambini presentino lo stesso tipo di effetti sulla salute osservati in soggetti adulti. Nei soggetti adulti il TBT può essere assorbito per via cutanea e inalatoria, può produrre irritazione cutanea e danni neurologici; pertanto, seguendo le indicazioni dell’ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease Registry), è ragionevole evitarne il contatto. Se non sono noti danni sui bambini provocati da queste sostanze, appare necessario, a fronte della loro pericolosità, adottare un criterio di precauzione; vi sono invece segnalazioni in letteratura di dermatiti da contatto determinate da altre sostanze chimiche presenti nei DD (quali agenti con funzione di coloranti, conservanti, colle, additivi della gomma, atti a prevenirne l’ossidazione). La più nota dermatite da contatto determinata dai DD è la “Lucky Luke dermatitis”, caratterizzata da lesioni tipicamente disposte nella zona delle fondine delle pistole, in corrispondenza con la zona dove sono gli elastici
dei DD. Essa è più spesso causata da additivi per gomma, in particolare il mercaptobenzotiazolo trovato negli elastici o il cyclohexlthiopthalimide, un ritardante di vulcanizzazione della gomma, o anche il p-ter-butil-fenolo-formaldeide, una resina usata negli adesivi per aumentare la flessibilità e la resistenza all’acqua.

I pannolini lavabili possono contribuire a ridurre la temperatura scrotale?

L’esteriorizzazione delle gonadi maschili è una caratteristica dei mammiferi ed è funzionale al mantenimento nelle gonadi di una temperatura più bassa di quella intraddominale . Temperature elevate, infatti, possono essere dannose per la produzione dellosperma sia per gli effetti nella popolazione di cellule staminali sia per gli effetti sulla spermatogenesi. I pannolini usa e getta sono internamente rivestiti da un film di plastica, che impedisce la normale traspirazione della pelle, ed è dimostrato che aumenta di 1 °C la temperatura dei genitali. Ciò ha destato la preoccupazione del mondo scientifico anche a fronte di un trend secolare di riduzione della fertilità maschile cui, oltre a cause genetiche e ambientali, possono concorrere stili di vita. Anche se in letteratura non esistono dimostrazioni dirette del fatto che usare DD sia correlato, in quanto tale, all’incremento della sterilità maschile, in ambito pediatrico può essere utile e di buon senso avvalersi della scelta del principio di precauzione.

I pannolini lavabili sono realmente ecosostenibili?

Il problema dei rifiuti è un problema che ricade pesantemente sulla salute pubblica e ancor più su quella infantile, questo è noto, ed è anche noto che i pannolini usa e getta costituiscono circa il 20% dei rifiuti solidi delle nostre discariche, quindi dobbiamo criticamente valutarne le possibili alternative. I reali vantaggi ecologici dei pannolini lavabili sono però stati recentemente messi in dubbio. I detrattori si appellano al fatto che la stessa produzione del pannolino di stoffa ha un impatto ambientale e che il pannolino di stoffa va lavato (con il consumo di acqua, detergenti ed energia); sappiamo però che i consumi di acqua ed energia relativi a produzione e uso dei pannolini lavabili non sono significativamente superiori a quelli che servono per la produzione degli usa e getta, quindi l’impatto del loro utilizzo sul riscaldamento globale è simile. A parità di emissioni di CO2, i pannolini lavabili consentono però una riduzione di rifiuti solidi la cui decomposizione richiede centinaia di anni, inquina e ha una ricaduta indiretta sulla salute pubblica.

I pannolini lavabili danno vantaggi economici alle famiglie e alla collettività?

Spesso viene riferita una grande “scomodità del lavabile” (lavatrici, bucati, termosifoni ricoperti di pannolini nella stagione invernale). È stato stimato un impegno di soli 60 minuti in più alla settimana per “gestire” i pannolini lavabili, che fa ritenere che il freno sia più che altro culturale e/o indotto dal marketing delle multinazionali che producono i DD.
Inoltre il vero grande vantaggio dei lavabili per le famiglie è quello economico. La spesa media dei pannolini usa e getta, stimando tre anni di utilizzo, è 1500-2000 euro. La spesa media di un pannolino lavabile sempre in tre anni varia da 200 a 800 euro (a seconda del modello), e possono essere riutilizzati da fratelli o amici. I genitori, qualora scelgano il lavabile, vanno istruiti sul non utilizzare detergenti aggressivi e inquinanti né altissime temperature per le lavatrici e di non usare asciugatrici, poiché sarebbero a rischio l’impatto ambientale e anche quello economico. Queste ulteriori informazioni possono rappresentare l’occasione per avviare una riflessione sui detersivi usati, talora in modo eccessivo, e orientare all’adozione di un ulteriore piccolo “eco” gesto quotidiano.

Inoltre l’utilizzo dei pannolini lavabili costituisce un notevole risparmio per le amministrazioni comunali, che viene stimato in circa 200 euro per bambino in 3 anni, tra raccolta e conferimento in discarica come rifiuto indifferenziato. In conseguenza a ciò diversi Comuni italiani hanno promosso un sistema di incentivi all’uso del pannolino lavabile. Intorno a questi punti può articolarsi il “discorso con le famiglie” che può e deve estendersi a parlare di “sostenibilità ambientale” in tutti i suoi aspetti, aiutando le famiglie, in una rivoluzionaria azione educativa, a sollevare lo sguardo dal microcosmo della propria famiglia e del proprio bambino al macrocosmo di cui tutti siamo parte, alla Terra intera, a tutti i bambini e le famiglie che la abitano e che hanno eguale diritto di abitarla nel presente e nel tempo futuro.

 

La versione originale dell’articolo, comprensiva di abstract, figure, tabelle, box informativi e bibliografia è disponibile sul sito della rivista Medico e Bambino:

V. Briscioli, F. Marolla, A. Moschetti, E. Uga. PANNOLINI USA E GETTA O LAVABILI?. Medico e Bambino 2011;30:374-378 http://www.medicoebambino.com/?id=1106_374.pdf

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